R2, il robot delle stelle

« Older   Newer »
  Share  
naitsirk23
view post Posted on 9/2/2010, 21:11




R2, il robot delle stelle

Il Robonauta si fa strada verso lo spazio con il nome in codice di R2. E’ il robot di seconda generazione, evoluzione androide delle macchine cresciute lungo le catene di montaggio dell’automobile, ora decise a spiccare il grande balzo verso lo spazio. Non è un caso che sia il binomio formato da General Motors e Nasa a presentarlo. Da anni l’automotive sviluppa macchine quasi habilis, che proprio come i nostri progenitori si distinguono dalle altre perché sono capaci di maneggiare gli utensili, prefigurando il risultato, interpretando le circostanze e spingendosi persino a prendere decisioni autonome. Da dieci anni invece la Nasa ne studia l’impiego nelle missioni, attraverso un progetto molto ben custodito in seno alla DARPA, l’agenzia della difesa sui sistemi avanzati di ricerca che ne considera anche i possibili impieghi militari.


image



Nella scia di LRV
Difesa più automobili più spazio, uguale finanziamenti alla ricerca e interesse diffuso. Per GM un’opportunità di finanziare la sua ricerca su sensori e telecamere attive per i suoi sistemi di sicurezza. L’avventura spaziale di GM risale peraltro agli albori: già negli anni ‘60 hanno lavorato insieme ai sistemi di navigazione delle missioni Apollo, per poi svolgere un ruolo di primo piano nella progettazione e nella costruzione di LRV, il Lunar Rover Vehicle che se ne andò scorrazzando sulla Luna nei primi anni ‘70.

Vai avanti R2
La generazione R2, ha spiegato in conferenza stampa il capo dei sistemi di missione della Nasa Duog Cocke, è in grado di lavorare accanto agli uomini senza diventare un pericolo e lo può fare sia sulla terra che nello spazio. Estrarre un bullone, fissarlo per bloccare un pannello solare, intervenire affiancando (o sostituendo) gli uomini e le donne in quelle attività extraveicolari di mantenimento della stazione spaziale internazionale che sono il sogno di tutti gli astronauti e il terrore dei responsabili della loro sicurezza. Come ha detto il direttore del Johnson Space Center alla presentazione dei nuovi robot, “i robonauti fanno già parte del nostro futuro e potranno spingersi dove il rischio appare troppo alto per noi umani”. 

credits: ilsole24ore.com
 
Top
0 replies since 9/2/2010, 21:11   45 views
  Share